UNA STAGIONE IN D

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Un po' di tempo fa abbiamo chiesto a Preto di raccontarci della sua esperienza come assistente in serie D. Per sapere il suo punto di vista, le differenze che ha notato rispetto ai campionati a cui è più abituato. Eccovi qui, a stagione ultimata, il suo bilancio.

Ciao a tutti i Crus’ lettori. Finita la stagione vi voglio raccontare qualcosa sulla mia esperienza da primo assistente nel campionato di Serie D con la Spem Ravenna.

Sicuramente da un punto di vista sportivo è stata molto deludente (sole 4 vittorie, tutte esterne) e retrocessione matematica a due giornate dalla fine. Sapevamo fin dall’inizio che sarebbe stata dura, ma infortuni, sfortuna e forse la mancanza di un po’ di cattiveria hanno fatto sì che il risultato fosse questo...purtroppo!

Ma veniamo alla mia esperienza. Devo dire che è stato abbastanza complicato entrare in una categoria nuova per me; fino a quest’anno avevo avuto a che fare con giovanili e nei senior con il campionato di Promozione.

Esistono situazioni e interpretazioni diverse nel gioco e nella gestione del gruppo, lettura diversa delle partite: tutto ciò legato alla conoscenza dell’avversario.

Non avendo esperienza con questo campionato e, soprattutto, con le caratteristiche dei giocatori avversari ho trovato molte difficoltà nel preparare le gare assieme a coach Casciello. Devo dire che la conoscenza degli avversari da parte del secondo assistente Zangrillo mi ha aiutato molto nel leggere le situazioni di gioco.

La Serie D è un campionato molto lungo e impegnativo; quando hai una rosa di giocatori un po’ corta, appena ci sono infortuni o indisponibilità, le difficoltà aumentano vertiginosamente. Sono state pochissime le gare in cui la rosa era al completo. Preparare una gara di Serie D significa quasi iniziare da zero ogni settimana...cioè rimangono la base di gioco e le regole base di organizzazione, ma devi adattare tutto alle caratteristiche degli avversari.

Dei tre allenamenti settimanali, io partecipavo a due solamente a causa di tutti i miei impegni, e una partita settimanale, solitamente nel weekend.

Durante gli allenamenti il mio compito era quello di assistere l’head coach nel corso delle esercitazioni da lui proposte e soprattutto tenere alta l’intensità dell’allenamento.

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Devo dire che, soprattutto nella prima parte di stagione, ero un po’ in soggezione; poi ho conosciuto un po’ tutti e sono andato un po’ meglio.

Anche con i senior è come con i ragazzini: devi capire la personalità del giocatore per poi saperla trattare al meglio e per sfruttare le sue potenzialità.

Nelle gare, oltre alla gestione del riscaldamento, dovevo dare consigli e analizzare le situazioni di gioco che si presentavano trovando soluzioni...oppure accorgermi di qualche sostituzione che era meglio fare.

Spesso capita che l’head coach non si accorga di determinate cose e gli assistenti servono proprio a questo, per dare una visione più a 360° della situazione.

Al termine di questa stagione devo ringraziare la società Spem per l’opportunità che mi è stata data, Bruno Riva, Luca Mazzavillani, Roberto Brecciaroli e Francesco Casciello, Pierluigi Zangrillo che mi ha dato una grossa mano durante le partite. Nonostante il risultato finale da un punto di vista sportivo, per me è stata un’esperienza importante per capire aspetti della pallacanestro che ancora dovevo scoprire. Ho conosciuto persone che mettono passione in tutto quello che fanno, che mettono al servizio della squadra e della società ore e impegno: in questo aspetto ho ritrovato il punto in comune con il Cruseri.